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La Distruzione Compiuta

Ai primi di febbraio del '44 il grosso delle truppe nemiche abbandonò Montenerodomo ed altri paesi vicini e si ritirò verso Palena.
A quanti si avventurarono di rientrare immediatamente in paese si presentò uno spettacolo apocalittico.

Ecco la descrizione, riportata da Nicola Troilo nel suo libro-testimonianza "La Brigata Maiella" (1), fatta dai partigiani che avevano contribuito attivamente a liberare la nostra zona montana e che avevano perlustrato anche il nostro paese :

"Lama e Torricella erano distrutte per l'80%, Civitaluparella per il 95%, Quadri e Montenerodomo per il 98%. Sotto la neve le rovine delle case si accatastavano per uno, due, tre metri di altezza cancellando completamente le strade, mutando in modo indicibile la fisionomia dei luoghi fino a rendere difficile identificare il punto in cui sorgeva la propria casa. Un ammasso indescrivibile di travi e travicelli rendeva quasi impossibile il passo; nelle strade erano buttati alla rinfusa tavoli, sedie, armadi,letti,rete metalliche paurosamente contorte, materassi squarciati, balle di fieno putrefatto, coperte, biancheria, servizi e suppellettili domestiche, carcasse di animali, attrezzi agricoli, le carte degli uffici e degli archivi parrocchiali, gli arredi sacri.

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Lo sfollamento

Quando i primi mezzi militari dell'avanguardia delle truppe germaniche entrarono in paese il 4 ottobre 1943, festa di S. Francesco, senza il clamore o l'irruente crudeltà fin troppo conosciute in stato di guerra, la popolazione rimase scossa e in tutti crebbe uno stato di sospesa e vigile attesa nei confronti dei quei soldati così discreti che non mostravano alcuna intenzione belligerante e che si muovevano invece nel silenzio, in atteggiamento osservatore.

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L’occupazione tedesca di Montenerodomo

Quando anche nel nostro paese si diffuse la notizia della firma dell'armistizio dell'8 settembre del 1943 del Governo italiano con gli Alleati (1), molte famiglie vissero momenti di gioia e di speranza: finalmente la guerra sarebbe finita, sarebbero tornati a casa i loro congiunti e sarebbe terminata finalmente l'ansiosa attesa di una lettera o di una cartolina dai vari fronti di guerra.

Altri monteneresi, invece, specialmente i reduci di guerra che avevano conosciuto il nuovo nemico, fino allora alleato, mostrarono subito scetticismo ed inquietudine: il "tradimento" sarebbe stato certamente "vendicato" e avrebbe comportato molte vittime all'Italia. Le ore amare e dolorose non erano ancora finite e tante lacrime sarebbero state ancora versate da madri, da mogli e da figli per la guerra che sarebbe continuata inesorabile e tragica, investendo tutta l'Italia e travolgendo anche il nostro piccolo paese.

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Introduzione

Ancora oggi, a 62 anni da quel terribile autunno del ’43, sono visibili nel nostro paese  le pesanti ferite infertegli  dalle truppe germaniche. E il ricordo  delle sofferenze patite è sempre vivo nei nostri anziani che di quegli eventi bellici furono testimoni diretti e indifesi.

Per ricostruire i fatti di quel triste periodo e preservarli dal probabile oblio, questa rubrica  si prefigge di interpellare gli anziani per raccogliere le loro testimonianze  sul periodo dell’occupazione tedesca del ‘43/44,  dall’arrivo dei primi soldati all’abbandono forzato delle case da parte della popolazione, ai soprusi, alle violenze, alla distruzione sistematica e totale del paese ed  agli eccidi di concittadini inermi perpetrati dai nazisti. Si tratta, dunque, di custodire la memoria di quel periodo e consegnarla alla storia della nostra comunità locale.

Noi crediamo che ciò sia un fatto dovuto e che riguardi tutta la comunità dei monteneresi : anziani e giovani, uomini e donne residenti in loco o emigrati.

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