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Il difficile inizio della ricostruzione

La Questione del sito

Dopo la ritirata delle truppe d'occupazione (primavera 1944) e il difficile e progressivo rientro dallo sfollamento forzato, il problema più importante ed urgente da affrontare e da risolvere fu quello della ricostruzione del paese.

Nonostante la sua drammaticità, la questione sull'opportunità di abbandonare il vecchio sito, troppo arroccato sulla rupe, di difficile accesso, scomodo e impossibile per una ricostruzione razionale e più moderna delle case e dei servizi, e di riedificare il paese "ex novo" a Fonticelle, località distante circa 2 Km dal centro distrutto, lungo la strada che porta a Torricella Peligna e a Palena, sollevò un acceso dibattito nella comunità locale.

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La ricostruzione /1

Il contesto

Nel maggio del '44, anche la retroguardia dell'esercito nazista abbandonò il nostro territorio, lasciando dietro di sé distruzione e prostrazione. L'operazione "terra bruciata" voluta da Kesserling aveva raggiunto gli obiettivi prestabiliti. Il nostro paese era un cumulo di macerie, contava 56 vittime civili per fucilazione o per scoppio di mine e l'interruzione di tutti i servizi essenziali (acqua, luce, sanità, scuola, posta, viabilità, amministrazione comunale,...) creava, in quanti rientravano dallo sfollamento, una profonda prostrazione.

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La ricostruzione

I tedeschi, ritirandosi, avevano lasciato dietro di sé solo distruzione.
E' immaginabile lo sconforto dei Monteneresi alla vista delle loro abitazioni ridotte a un cumulo di macerie.
Davanti ai loro occhi increduli si presentò uno scenario apocalittico: dove qualche mese prima sorgevano le loro case ora non v'era altro che cumuli di pietre, mattoni, travi e tegole frammisti a cocci di stoviglie, mobili, suppellettili in un groviglio inimmaginabile. Ma con la fortezza d'animo che li contraddistingue e con l'aiuto economico delle organizzazioni umanitarie internazionali (F.A.U./I.V.S.P. - A.F.S.C.) e manuale dei loro volontari (nell'estate del 1947 i Quaccheri dell'A.F.S.C. costruirono un asilo infantile nel Rione del Colle) in poco tempo riedificarono l'abitato, che, anzi, fu ampliato con la costruzione delle "case per senzatetto" nel Rione Fonticelle, presso l'antico Juvanum, e alla periferia del paese, in località Pianoianiero e Fonte della Selva.

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La riattivazione Post bellica dei servizi essenziali

Con il rientro progressivo delle famiglie dallo sfollamento e l'inizio della ricostruzione fu necessario riattivare i servizi essenziali, parzialmente o del tutto interrotti con la distruzione del paese. Fu indispensabile, tuttavia, procedere prima allo sminamento delle strade di accesso al paese e poi trovare una sede per il Municipio, per l'Ambulatorio, la Scuola, la Posta, e provvedere al ripristino dell'acquedotto, delle fognature, della linea elettrica, del lavatoio pubblico ed alla ripulitura delle strade campestri.

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