Nell'autunno del 1943 la mia famiglia risiedeva nella fattoria dei Croce a Montepidocchio; lavoravamo insieme ad altre due famiglie di Montenerodomo ("de giammattiste e peppe de mariandonie") e in totale eravamo 20 persone.In ottobre arrivarono i soldati tedeschi, ci presero gli animali, le provviste alimentari e ci cacciarono in quanto nel casolare collocarono un presidio.
Noi ci rifugiammo nella fattoria di Onorato Rossi "de maulucce" a Bosco Barone ed eravamo in tanti; nella vicina casa dei DI LULLO "de Sabbateine" c'era tantissima gente sfollata, perlopiù forestiera ne ricordo una di Pescara e in essa una persona faceva da interprete ai tedeschi; da noi nell'aia stazionava sempre una sentinella tedesca; me ne andai a Pennadomo ma dopo 5/6 giorni tornai da Onorato.
Dal loro comando nel casolare dei Croce mi venivano a prendere per tagliare la legna o accudire gli animali; un giorno radunarono circa 30 uomini tra cui io e Domenico Di Francesco "Senzasang" e a ridosso di monte Collepizzuto ci costrinsero a costruire una baracca in legno; questa serviva per la postazione di mitragliatrice che avevano sul monte e da qui al colle Ferrari era tutto presidiato; infatti avevano scavato una trincea tra la fine di monte Pidocchio e colle Pennapizzuto e al dosso della "fossa del lupo" c'era un'altra baracca che serviva per la postazione di colle Ferrari. Dal loro comando correva una linea telefonica che scendeva verso il bosco, attraversava il Parello, risaliva alle masserie Casciato e su fino a Pizzoferrato; andando nel bosco due volte tagliai questa linea.
A febbraio del '44 dopo il tentativo dei partigiani di liberare Pizzoferrato, i tedeschi cominciarono a ritirarsi verso "Lisciapalazzo" e Palena e prima di lasciare le postazioni con le mine interruppero la strada verso Montenero in prossimità della "Fossa del lupo"; una sera vennero a prendere me e Fedele ROSSI "de maulucce"; ci fecero caricare 23 tra muli e cavalli di munizioni, generi alimentari, vestiario e attrezzature e con parecchi soldati ci incamminammo verso Selvoni lungo la strada che porta a fonte Vricciar e la Grotta; ricordo che c'era la neve e la luna piena, giunto in prossimità della grotta scappai e mi nascosi lungo un fosso; i tedeschi si accorsero subito della mia assenza e cominciarono a sparare dei razzi, quando ripartirono mi nascosi in un pagliaio da Onorato; Fedele fu rilasciato al bivio per Colledimacine.
Man mano che si ritiravano cominciammo a tornare alle case a Monte Pidocchio; anche qui eravamo in tanti con intere famiglie giunte dal paese e da Selvoni. I tedeschi avevano lasciato molte munizioni per mortaio e mitragliatrice, siccome c'erano molti bambini per evitare altre tragedie, le raccolsi e le buttai dentro il pozzo.
Il 13 aprile del '44 dallo "Schiappone" (tra Pizzoferrato e la stazione di Palena) i tedeschi cannoneggiarono il casolare: le prime due cannonate sorvolarono monte Pidocchio, la terza e la quarta caddero davanti alle case. Aggiustato il tiro, la quinta colpì una grande quercia davanti al casolare, una scheggia colpì mortalmente al petto ROSSI Riccardo "de mariandonie" e un'altra ferì DI TOMMASO Pasquale " de cianciuole", morto in seguito all'ospedale di Atessa il 18 di aprile). Cominciammo a scappare tutti verso la strada per Civitaluparella ma la sesta cannonata colpì un angolo della stalla che si trovava sulla strada e una scheggia colpì mortalmente alla schiena DI ROCCO Pompilio che stava scappando con il figlio in braccio, Pompilio cadde ma quel bimbo si salvò, la moglie e altre persone furono ferite ma si salvarono.
(Testimonianza raccolta e documentata da Domenico D'Orazio)