Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione Cookie Policy

La ricostruzione

I tedeschi, ritirandosi, avevano lasciato dietro di sé solo distruzione.
E' immaginabile lo sconforto dei Monteneresi alla vista delle loro abitazioni ridotte a un cumulo di macerie.
Davanti ai loro occhi increduli si presentò uno scenario apocalittico: dove qualche mese prima sorgevano le loro case ora non v'era altro che cumuli di pietre, mattoni, travi e tegole frammisti a cocci di stoviglie, mobili, suppellettili in un groviglio inimmaginabile. Ma con la fortezza d'animo che li contraddistingue e con l'aiuto economico delle organizzazioni umanitarie internazionali (F.A.U./I.V.S.P. - A.F.S.C.) e manuale dei loro volontari (nell'estate del 1947 i Quaccheri dell'A.F.S.C. costruirono un asilo infantile nel Rione del Colle) in poco tempo riedificarono l'abitato, che, anzi, fu ampliato con la costruzione delle "case per senzatetto" nel Rione Fonticelle, presso l'antico Juvanum, e alla periferia del paese, in località Pianoianiero e Fonte della Selva.

Nel Referendum del 1946 votarono 940 elettori: 352 favorevoli alla repubblica, 417 alla monarchia. Le schede bianche furono 74, i voti non validi 97.
Delle due famiglie egemoni del periodo d'anteguerra, la famiglia De Thomasis si estinse con l'ultimo discendente della casata, don Tito, il quale, morto il 4 marzo 1931, fu al centro di una controversia giudiziaria. Pare, infatti, che avesse sposato "in limine" la propria convivente, ma, in seguito al ricorso di lontani parenti del De Thomasis, il matrimonio, celebrato in realtà dopo la sua morte, fu annullato dal Tribunale di Lanciano. Il vasto patrimonio della famiglia De Thomasis fu allora smembrato tra gli eredi, così come i numerosi volumi che componevano la ricca biblioteca della famiglia.
La famiglia Croce, invece, duramente colpita dalla guerra nei propri affetti (Elisa Croce morì il 9 dicembre 1943 in seguito alla deflagrazione di una mina), ricostruì la propria casa nel Rione Fonte della Selva, ai piedi dei monti Ferrari, ma nel 1952, dopo le dimissioni di Carlo Croce da Sindaco del paese, si trasferì definitivamente a Chieti.